[scritto da Neil Gaiman il 29 giugno 2021 – tradotto da Sara Cillo]
Tanti, ma proprio tanti anni fa (per i curiosi, era l’Halloween del 1989, un anno prima che Good Omens fosse pubblicato) io e Terry Pratchett stavamo condividendo una stanza al World Fantasy Convention, a Seattle, per risparmiare un po’, siccome eravamo entrambi giovani autori e spostarci per i convegni negli Stati Uniti era costoso. Fu una bellissima conferenza. Ricordo un’enorme libreria di libri usati a Seattle in cui ho trovato circa una dozzina di volumi, rilegati in verde, di James Branch Cabell, edizione Storisende. Ogni volume era autografato in maniera talmente chiara che le persone che lavoravano lì mi assicurarono che le firme erano stampate e che quindi dieci dollari per libro era un prezzo giusto.
Potevo permettermi di comprare libri. Good Omens era appena stato venduto a degli editori inglesi e poi a quelli americani per più soldi di quelli che io e Terry avessimo mai ricevuto. (Terry era particolarmente preoccupato per questo, essendo sicuro del fatto che ricevere un buon anticipo avrebbe significato la fine della sua carriera. Quando la sua carriera non finì, Terry suggerì al suo agente di ottenere, da quel momento in poi, quel tipo di anticipo per ogni suo libro. La sua vita cambiò, e non dovette più condividere una camera d’hotel per risparmiare. Ma sto divagando). Le copie in anteprima di Good Omens ancora non erano uscite ma alcuni editori l’avevano letto (quelli che si erano offerti di comprarlo ma poi non l’avevano fatto) e tutti ne sembravano entusiasti e contenti per noi.
Quel sabato sera Terry lasciò il bar abbastanza presto e andò a letto. Io rimasi a parlare con delle persone e mi divertii molto a restare lì e a fare le ore piccole, finché non chiusero il bar dell’hotel, tutte le persone andarono via e me ne tornai in camera.
Aprii la porta il più silenziosamente possibile e mi diressi, al buio e in punta di piedi, fino al mio letto.
Lo avevo appena raggiunto quando, dal lato opposto della stanza, una voce disse: “ti sembra questa l’ora di rientrare? Io e tua madre eravamo preoccupatissimi per te”.
Terry era sveglissimo. Il jet lag si faceva sentire.
Neanche io avevo sonno. Così ci sdraiammo nei nostri letti e, non avendo altro da fare, pensammo alla trama della seconda parte di Good Omens. Era perfino buona. Avevamo tutte le buone intenzioni di scriverla non appena avessimo avuto tre o quattro mesi liberi. Solo che io andai a vivere negli Stati Uniti e Terry rimase in Gran Bretagna e dopo che Good Omens venne pubblicato, Sandman diventò SANDMAN e Discworld diventò DISCWORLD™ e il momento giusto non arrivava mai.
Ma non l’abbiamo mai dimenticata.
Sono passati trentuno anni da quando Good Omens è stato pubblicato, il che significa che sono passati trentuno anni da quando Terry Pratchett e io eravamo distesi nei nostri rispettivi letti in quella stanza d’hotel di Seattle, durante la World Fantasy Convention, e abbiamo pensato alla trama del sequel. (Ho dovuto usare delle parti del sequel nella versione televisiva di Good Omens — è da lì che arrivano i nostri angeli).

Terry fu chiaro a proposito di cosa volesse dal Good Omens della televisione. Voleva che la storia fosse raccontata e, se avesse funzionato, voleva che anche il resto della storia fosse raccontato.
E così nel settembre del 2017 mi sono seduto nel parco di St James, accanto al regista, Douglas Mackinnon, su una sedia con il mio nome sopra, come showrunner di Good Omens.
La sedia si è lentamente ed elegantemente piegata sotto di me e si è rotta così ho pensato “questo non è assolutamente un buon segno”. Per fortuna, sotto la guida di Douglas, quella sedia è stata l’unica cosa a collassare.

Poi, una volta che la serie TV di Good Omens fu rilasciata da Amazon e dalla BBC, a seguito del successo globale, tanti premi e tanta gioia, Rob Wilkins (il rappresentante di Terry qui sulla Terra) e io parlammo con la BBC e Amazon per poter continuare. Ne furono molto felici. Parlammo con Michael Sheen e David Tennant. Anche loro furono molto felici. Gli raccontammo un po’ della trama. Erano ancora più felici.



Sono stato un fan di John Finnemore per anni e ho avuto l’onore di lavorare con lui in un programma radiofonico chiamato With Great Pleasure, dove ho scelto dei passaggi che amo e ho avuto lettori fantastici che li hanno letti ad alta voce e ne hanno discusso.
(questa è una clip del programma in cui parlo di com’è lavorare con Terry Pratchett e leggo una poesia di Terry: https://www.bbc.co.uk/sounds/play/p06x3syv. Questo è l’intero programma preso da YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=j7OsS_JWbzQ e in alcune parti c’è anche John Finnemore).

Ho chiesto a John se gli andasse di scrivere con me la nuova parte di Good Omens ed ero felicissimo quando mi ha detto di sì. Abbiamo anche avuto degli ospiti e collaboratori a sorpresa. E Douglas Mackinnon sta ritornando per supervisionare il tutto con me.
Quindi questo è il piano. Abbiamo mantenuto a lungo il segreto (soprattutto perché altrimenti la mia casella di posta elettronica e il mio Twitter si sarebbero trasformati, già da tempo, in zampillanti fiumi di “Puoi anticiparci qualcosa?”) ma siamo ormai al punto in cui i set sono stati allestiti in Scozia (che è il posto dove stiamo girando, presto saprete di più su come stiamo girando in Scozia), e non possiamo più mantenere questo segreto.
Ci sono tantissime domande che la gente ha su cosa è successo dopo (e anche su cosa è successo prima) ai nostri Angelo e Demone preferiti. Qui ci sono, forse, alcune risposte che stavate aspettando.
Non appena Good Omens riprende, siamo di nuovo a Soho per risolvere un mistero, attraverso il tempo e lo spazio, che inizia con uno degli angeli che vaga per una strada del mercato di Soho, senza memoria, e si dirige verso la libreria di Azraphel.
(anche se la nostra storia inizia circa cinque minuti prima che tutti vadano in giro a dire “E luce sia!”).
